Questo e il prossimo mese ti proponiamo dei brani tratti da due libri che hanno attirato la nostra attenzione. Iniziamo con “Montagne immaginarie” di Michele Sasso, pubblicato da Edizioni Ambiente per la collana VerdeNero Inchieste, che ringraziamo per la disponibilità. Il prossimo mese torneremo poi a immergerci nelle acque del Mediterraneo sulle tracce della foca monaca grazie al libro fotografico realizzato da The Wild Line, un progetto che sentiamo molto affine. Questo formato è un esperimento frutto di proposte e contatti ricevuti negli ultimi mesi. Per cui, se ti va, dicci cosa ne pensi, contattaci o sostienici con una donazione.

Nota di redazione: i testi qua sotto sono tratti dal libro “Montagne immaginarie”. Per motivi di spazio sono stati leggermente accorciati e modificati.

Le foreste del nostro paese diventano sempre più dense e, al tempo stesso, diminuiscono i tagli - specialmente per legname da opera - a causa del progressivo abbandono e gestione delle aree boschive. Con un evidente paradosso: di legno continuiamo ad avere bisogno ma per la mancanza di una filiera matura made in Italy gran parte della materia prima proviene dall’estero.

Così, mentre aumenta in tutta la penisola la superficie forestale per lo spopolamento delle terre alte, il taglio e la successiva lavorazione non costituisce una valida alternativa economica per il sostentamento della montagna. 

Invece, la gestione forestale e la pianificazione dei tagli dei boschi potrebbero offrire una significativa opportunità per l’economia che sfrutta i prodotti a base di legno e carta, prodotti con materie prime da foreste gestite in modo sostenibile.

Ma dentro questo mondo ci sono posizioni diverse tra chi vorrebbe intatto il capitale di alberi e chi invece punta al suo sfruttamento attraverso l’apertura di strade e cantieri forestali. Per Giorgio Vacchiano, docente di gestione e pianificazione forestale all’Università statale di Milano: “utilizzare il legno al posto di materiali a maggiore impatto climatico come cemento, acciaio, plastica e combustibili fossili garantisce importanti benefici per la lotta al climate change. Ma il prelievo del legno non deve contrastare con gli altri servizi ecosistemici, ugualmente importanti: la foresta deve essere mantenuta un ecosistema vitale e funzionante”.

Una veduta della foresta di Tarvisio (per gentile concessione di Elisa Cozzarini)

Un caso-scuola di economia forestale sostenibile è quello della foresta di Tarvisio, 23.300 ettari all’estremo nord-est del Friuli-Venezia Giulia, al confine con l’Austria e la Slovenia.

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