Buon anno alla nostra comunità di lettori! Gli anni passati ci siamo per lo più soffermati su quanto realizzato nell’anno appena trascorso. Questa volta invece abbiamo deciso di concentrarci su quello che bolle in pentola ed è molto! Probabilmente hai già sentito parlare della Scuola magmatica di giornalismo ambientale, un programma che abbiamo lanciato grazie al sostegno di Journalismfund Europe. Al momento, i talentuosi giornalisti che compongono il primo nucleo di partecipanti stanno lavorando, in gruppo e individualmente, su tre temi: turismo eccessivo, cambiamento climatico e patrimonio culturale; comunità colpite da inquinamento, nuove leggi e cambiamento climatico; transizione energetica e industria estrattiva. In questa prima newsletter dell’anno, trovi qualche indizio in più sui progetti in lavorazione. Invitiamo anche i redattori “all’ascolto” a contattarci se interessati a collaborare su alcuni degli articoli sintetizzati qua sotto. Per sapere come fare leggi il box in fondo a questa newsletter.
Ringraziamo nuovamente tutti i destinatari di questa email per il supporto e le proposte che ogni tanto ci arrivano. A un nuovo anno insieme, che sia fonte di ispirazione!
Quello che la perfetta foto di Instagram non mostra (di Sarah Collins, Vittoria Torsello ed Elisa Amouret). I turisti che affollano certi luoghi per scattare foto da postare sui social esercitano una pressione iper-localizzata sulle risorse naturali, danneggiano gli habitat e aggravano gli effetti della crisi climatica. Un turismo che ruota attorno all'instagrammabilità di un posto può persino mettere in pericolo specie che già non se la passano bene. C'è però chi sembra essere riuscito ad arginare il problema.
Un patrimonio che affonda. Un terzo dei luoghi di interesse storico lungo il bacino orientale del Mediterraneo, comprese le antiche città greche di Delo e Pavlopetri, è minacciato dal cambiamento climatico e in particolare dall’innalzamento del livello del mare. Potrà una delle aree più colpite essere salvata?
I costi invisibili del turismo di lusso. A Savelletri, una piccola cittadina lungo la costa pugliese, la gente del posto osserva incredula l'arrivo dell'élite mondiale per il vertice del G7. Al di fuori delle mura del resort a cinque stelle che ospita l'evento, si consuma uno stridente contrasto con la realtà: la spinta della Puglia per lo sviluppo di alloggi di lusso - come gli opulenti resort alberghieri che ospitano questi vertici - va davvero a vantaggio della comunità locale?
Il rapporto di amore e odio di Marsiglia con le navi da crociera. A Marsiglia, nel sud della Francia, residenti esasperati hanno intentato un’azione legale per ridurre il numero di crociere che fanno scalo nel porto della città. La comunità è divisa tra chi sostiene i benefici economici che i crocieristi portano alle attività commerciali del posto e chi difende il proprio diritto alla salute e a un ambiente sicuro.
I costi ambientali delle politiche europee in materia di immigrazione e frontiere (di Alexander Durie, Goldy Ann Levy e Dafni Karavola). L’estate scorsa il mar Mediterraneo ha raggiunto un triste traguardo: l'Organizzazione internazionale per le migrazioni ha stimato che 30mila migranti sono scomparsi o morti in mare dal 2014. Molto è stato scritto sull’aspetto umanitario delle politiche europee sull’immigrazione, ma pochi hanno evidenziato l'impatto ambientale legato all'aumento di polizia e sorveglianza alle frontiere.
Il villaggio dei pescatori che affonda. Un pittoresco quartiere di Alessandria d'Egitto, comunemente noto come “villaggio dei pescatori”, ha a che fare ogni giorno con l’inquinamento che arriva dalle industrie del petrolio, del cemento, del ferro e dell'acciaio che lo circondano. È anche in prima linea sul fronte della crisi climatica, tanto che si prevede che la sua popolazione dovrà spostarsi altrove per sopravvivere.
Le barriere alla concreta applicazione dei diritti della natura. Nel 2022, la Spagna ha fatto la storia concedendo al mar Menor - la più grande laguna d'acqua salata d'Europa - lo status giuridico. Questa legislazione innovativa è stata introdotta per affrontare il grave degrado ambientale causato dall'inquinamento, dall’agricoltura intensiva e dall’insostenibile crescita urbana della zona. A distanza di due anni, però, il mar Menor non ha mostrato alcun segno visibile di miglioramento e l'attuazione di interventi concreti è stata bloccata dal sistema giudiziario.
Litio, benedizione o maledizione per la periferia dell’Europa? (di Bernardo Álvarez-Villar, Nejra Kravić e Natalie Donback). Mentre la normativa europea sulle materie prime critiche punta a garantire l'accesso del blocco alla fornitura stabile e sovrana di materie prime essenziali come litio, tungsteno, cobalto, rame o nickel per raggiungere gli obiettivi climatici del 2030, la ricerca soprattutto del litio sta già scatenando conflitti sociali nella periferia dell’Europa.
Come la transizione energetica sta cambiando l’iconico paesaggio mediterraneo. La transizione energetica sta trasformando la campagna spagnola. In Andalusia, migliaia di ettari sono stati espropriati per rimpiazzare tipiche colture mediterranee con pannelli fotovoltaici. Le comunità coinvolte sostengono che i loro territori stanno per essere trasformati in giganteschi parchi fotovoltaici al servizio delle grandi città. Lamentano anche che questi progetti rovinino il paesaggio e il patrimonio naturale e culturale dell'area; ma soprattutto cercano di difendere il loro stile di vita.
Estrazione del litio, quale occupazione per chi vive nella cosiddetta ‘Spagna vuota’? Secondo il governo spagnolo, il settore dell’automotive elettrico potrebbe aiutare a “reindustrializzare la Spagna in un’ottica green e digitale”. Ma l'estrazione del litio è in grado di creare posti di lavoro duraturi e favorire un’equa transizione, o rappresenta solo una minaccia per i settori esistenti, quali il turismo e l'agricoltura, lasciando alle comunità locali gran parte degli impatti negativi ma ben pochi dei benefici legati all'estrazione?
Questa città costruita sul - e che sprofonda nel - sale può forse insegnare qualcosa. A Tuzla, la terza città della Bosnia, il sale è sia un minerale che un lascito con cui ancora oggi bisogna fare i conti. Il nome, l'identità e le fondamenta stesse della città sono legati ai depositi di sale sui quali è stata costruita e per la cui estrazione ha pagato un prezzo molto alto. Negli ultimi anni, però, la città sembra essere riuscita a trasformare questo passato estrattivo a vantaggio della comunità.
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- Recuperare il paesaggio, con uno sguardo al futuro
- La lunga febbre dei nostri mari
- Può una varietà selezionata di Paulownia rispondere a molti problemi dell’Egitto, tra cui la riduzione di superficie alberata?
- Il polpo: da creatura ispiratrice di miti a prodotto globalizzato
- Mentre l'Egitto è alle prese con il gas che manca e le interruzioni di corrente, un villaggio nel delta del Nilo non resta al buio
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